È l’ultima idea del maestro della pizza Franco Pepe. Si chiama Authentica ed è una scomessa sulla riscoperta dello scambio con l’ospite. Siamo a Caiazzo, in provincia di Caserta, nella pizzeria più piccola del mondo. Qui, solo un forno, un banco di lavoro e un tavolo massimo per otto persone.
“Il riconoscimento Unesco è un traguardo molto importante, che emana l’energia giusta in questo momento storico – racconta il pizza chef Pepe -. Attenzione però: non ci hanno regalato nessuna laurea, quindi spetta a noi mettere in pratica tutto ciò che ci è stato riconosciuto”.
All’indomani dei festeggiamenti per il riconoscimento Unesco dell’Arte del pizzaiuolo napoletano, il maestro di Caiazzo ha le idee chiare sul futuro: il patron di Pepe in Grani, maestro riconosciuto della pizza napoletana (bottino pieno da sei spicchi sulla guida Pizzerie d’Italia 2018: i Tre sempre confermati a Caiazzo, altrettanti a incoronare La Filiale dell’Albereta), conferma il suo pensiero sul lifestyle del pizzaiolo. “Il valore aggiunto al mio lavoro cerco di darglielo io. Molte volte ho l’impressione che si facciano troppe chiacchiere sulla pizza: per me tutto ha un senso solo quando c’è l’emozione”.
E Authentica è proprio questo: un’emozione da condividere in intimità. “Ricordo mio padre, lavorava dietro a un banco in legno, riusciva a guardare tutti i tavoli. Voglio ritornare all’intimità del mio lavoro”. È quasi un monito al mondo della pizza che ormai è baciato da un successo senza precedenti, col rischio di smarrire la via dell’autenticità.
Non un invito a rallentare. A Caiazzo non ci spegne mai la luce e il fuoco. Anzi, questa sala è stata ricavata proprio nell’ultimo ambiente a disposizione del palazzetto di vico San Giovanni Battista. All’ultimo piano, adiacente alle camere per gli ospiti. U’idea quindi che, non a caso, porta in direzione dell’ospitalità.
Ferro, legno e pietra i materiali utilizzati per questo ambiente semplice. “Qui parto per ritrovare me stesso, e far ritornare protagonista il mestiere del pizzaiolo”.